Cosa è l’ovodonazione
In alcune situazioni la causa di infertilità risiede in un esaurimento della funzionalità ovarica per cui la donna non
produce più ovociti (menopausa prematura) o produce ovociti qualitativamente compromessi e quindi non in
grado di dare una gravidanza. In questi casi l’unica possibilità per la coppia per ottenere una gravidanza è quello di ricorrere ad ovociti donati
che vengono inseminati con gli spermatozoi del partner ottenendo così degli embrioni che verranno quindi
trasferiti nell’utero della donna e che potranno dare luogo alla gravidanza.
Si tratta di una tecnica ampiamente utilizzata nel mondo ma, fino a pochi giorni fa, vietata in Italia dalla
legislazione. Per tale motivo fino ad oggi miglia di coppie italiane ogni anno sono state costrette a rivolgersi a
centri esteri di procreazione assistita per eseguire tali procedure. Con la recentissima sentenza della Corte
Costituzionale, anche nel nostro paese è possibile eseguire tali procedure, anche se da un punto di vista pratico,
sarà necessario qualche tempo ai centri per organizzarsi anche in funzione delle disposizioni di legge che
comunque permangono nel nostro paese in materia di trattamento dei gameti maschili e femminili.
Quali sono le condizioni in cui può essere indicato ricorrere alla ovodonazione
Come ho già detto tale metodica è indicata in tutte quelle situazioni in cui si verifica un esaurimento della
funzionalità ovarica per cui di fatto si ha la indisponibilità di ovociti che possano essere fertilizzati e da cui possa
derivare una gravidanza evolutiva. Fra queste situazioni possiamo annoverare:
a)La menopausa precoce.
b)La riduzione prematura della riserva ovarica.
c) L'endometriosi di grado avanzato.
d) Pregressi interventi chirurgici che hanno comportato l’asportazione delle ovaie;
e) Pregressi trattamenti farmacologici o chemioterapici che hanno comportato l’esaurimento della riserva ovarica;
f) Fallimenti multipli omologhi in assenza di fattore maschile.
Aspetti tecnici e terapeutici dell’ovodonazione
Le pazienti che si sottopongono ad ovodonazione dovranno essere in grado di accogliere l'embrione che verrà a
formarsi in modo che questo possa impiantarsi all'interno del proprio utero e dar luogo ad una gravidanza
evolutiva. A tale scopo sarà quindi necessario:
- escludere e trattare eventuali fattori che possano interferire sull'impianto e/o sullo sviluppo dell'embrione;
- stimolare un adeguato sviluppo della mucosa dell'utero affinché essa sia adeguatamente pronta ad accogliere
l'embrione creando quindi le condizioni più adeguate per la cosiddetta "finestra di impianto".
In riferimento al primo punto esistono numerose condizioni che potenzialmente possono interferire negativamente
sull'impianto embrionale e sul suo accrescimento nelle prime fasi tra cui le alterazioni anatomiche della cavità
uterina, la presenza di alterazioni dell’assetto coagulativo, del metabolismo glucidico, tiroidee. E’ pertanto
importante che, prima di affrontare un percorso di ovodonazione, la donna esegua un adeguato screening
finalizzato ad escludere tali condizioni.
Per quanto concerne invece la stimolazione della mucosa uterina essa consiste essenzialmente in una terapia
estrogenica che può essere assunta per via orale o trans dermica (compresse, cerotti), cui ad un certo punto si
associa una terapia progestinica. In questo modo si determina una trasformazione “deciduale” della mucosa
endometriale (cioè della mucosa che riveste internamente la cavità uterina) in modo da renderla idonea ad
accogliere l’embrione ed a consentirne un adeguato sviluppo.
Al fine di evitare interferenze sullo sviluppo endometriale da parte degli ormoni direttamente prodotti
dall’organismo, spesso si fa precedere tale stimolazione, dalla somministrazione di un farmaco che sopprime
momentaneamente l’attività ipofisaria, ossia che blocca temporaneamente la secrezione endogena di ormoni
sessuali
A Chi rivolgersi
Dopo l’introduzione nel nostro paese della legislazione che ha vietato le pratiche di fecondazione eterologa si è
assistito ad un crescente flusso emigratorio di coppie che, avendo necessità di ricorrere a tali procedure, sono state
costrette a rivolgersi a centri esteri.
Ciò ha portato ad un conseguente proliferare di centri in grado di offrire tale servizio in diversi paesi tra cui
principalmente Spagna, Grecia, Belgio, Repubblica Ceca.
Ovviamente non è facile per una coppia orientarsi in un simile contesto anche perché i costi richiesti per tale
procedure sono senza dubbio significativi e spesso significativamente variabili da centro a centro e da paese a
paese (in Spagna si parla di costi intorno agli 8.000 euro per ciclo mentre in Grecia intorno ai 5.000).
Data la delicatezza della situazione, è più che lecito che la coppia si ponga alcune domande circa la qualità dei
centri e soprattutto circa le modalità di selezione delle donne che donano questi ovociti.
Al riguardo è a mio avviso importante che il centro sia in grado di fornire le informazioni più dettagliate possibili
circa:
1) Indagini di screening che vengono eseguite sulle donatrici;
2) Esclusività o meno della donatrice (cioè non condivisione o condivisione su più riceventi degli ovociti donati
da una singola donna);
3) Percentuali di successo.
Sulla base di tali informazioni la coppia può avere a disposizioni degli elementi utili ad orientarsi ed eventualmente
può integrare tali elementi con un parere del proprio specialista di fiducia