Nel pieno rispetto del suo significato medico, si parla di sterilità in presenza di un’oggettiva incapacità della coppia di ottenere una gravidanza dopo 12 mesi di rapporti sessuali regolari e senza uso di metodi anticoncezionali; taluni autori estendono tale periodo sino a due anni. Da ciò si evince che la problematica vada affrontata su entrambi i fronti, sia quello femminile che quello maschile.
L’Infertilità Maschile dal punto di vista Urologico
Secondo uno studio condotto dal Prof. Niels Erik Skakkebaek del 1994 l’infertilità riconosce per il 30-40% una causa maschile, per il 30-40% una patologia femminile, per il 20% un problema di entrambi e per il restante 10-20% una causa sconosciuta.
L’infertilità maschile non è considerata una sindrome omogenea e ben definita ed essa può essere determinata da cause: pretesticolari (mancata o ridotta produzione spermatica da inadeguata secrezione gonadica), testicolari (patologie primitive del testicolo), post-testicolari (da ostacolato trasporto lungo le vie spermatiche, da disturbi dell’eiaculazione, da alterata biofunzionalità nemaspermica).
È importante elencare quali sono i fattori di rischio che possono influenzare negativamente per tutto l’arco della vita di un uomo la sua capacità riproduttiva:
-Febbre, in quanto se per diverso tempo la temperatura supera i 38,5° questa può alterare la spermatogenesi per un periodo compreso fra 2 mesi e 6 mesi successivi.
-Farmaci, alcuni farmaci possono avere un effetto soppressivo sulla fertilità. L’arresto definitivo della spermatogenesi puo' essere causato dall’irradiazione in zona genitale o da farmaci antitumorali.
-Trattamenti chirurgici, alterazione temporanea della spermatogenesi a causa di un grosso intervento chirurgico che può durare da 3 a 6 mesi, ricordando che taluni interventi sull’apparato genitourinario possono provocare una riduzione definitiva e permanente della fertilità
-Infezioni urinarie, episodi ricorrenti e trattamenti inadeguati possono associarsi a danni testicolari, epididimari e delle vie di trasporto con conseguente scarsa o nulla qualità del liquido seminale.- Malattie sessualmente trasmesse, possono rappresentare un fattore di rischio per la fertilità.
-Epididimite
-Orchite post-parotitica
-Varicocele, è una patologia presente sino al 35% degli uomini infertili e può essere abbastanza difficoltoso il suo riconoscimento all’esame obiettivo. La patologia è rappresentata dalla incompetenza della vena spermatica a far progredire il sangue verso il cuore con comparsa di vene varicose a carico del plesso pampiniforme del testicolo.
-Criptorchidismo, ossia la ritenzione del testicolo, mono o bilaterale, influenza in maniera variabile la fertilità. La sua correzione precoce, chirurgica o farmacologia, è ritenuta fondamentale per garantire la fertilità e per ridurre il rischio di tumore del testicolo.
-Traumi e torsioni testicolari, sono fattori di rischio soprattutto se accompagnati da danno diretto del testicolo.
-Disfunzioni sessuali, rappresentate dell’eiaculazione retrograda e dalla disfunzione erettile.
Tra gli altri fattori che incidono negativamente sulla fertilità maschile dobbiamo ricordare: fumo, inquinamento, esposizione a sostanze tossiche, abuso di alcol e uso di droghe.
SPERMIOGRAMMA
PARAMETRI SPERMIOGRAMMA WHO
Limiti di riferimento inferiori (5° percentile con i rispettivi 95% IC) per i parametri del liquido seminale
Parametro Limite di riferimento
inferiore (range)
Volume (mL) 1.5 (1.4-1.7)
Numero totale di spermatozoi (106/eiaculato) 39 (33-46)
Concentrazione degli spermatozoi (106/mL) 15 (12-16)
Motilità totale (PR + NP) 40 (38-42)
Motilità progressiva (PR, %) 32 (31-34)
Vitalità (spermatozoi vivi, %) 58 (55-63)
Morfologia degli spermatozoi (forme normali, %) 4 (3.0-4.0)
Altri valori soglia
pH > 7.2
Leucociti positivi alla perossidasi (106/mL) < 1.0
Ulteriori indagini
MAR test (spermatozoi mobili con particelle legate, %) < 50
Test Immunobead (spermatozoi mobili con bead adese, %) < 50
Zinco seminale (μmol/eiaculato) ≥ 2.4
Fruttosio seminale (μmol/eiaculato) ≥ 13
Glicosidasi neutra nel liquido seminale (mU/eiaculato) ≤ 20
IC = intervalli di confidenza; MAR = mixed antiglobulin reaction NP = non progressiva; PR = progressiva
Nel liquido seminale le anomalie che più frequentemente si possono evidenziare sono: un basso numero di spermatozoi od Oligospermia; l’assenza totale di spermatozoi od Azoospermia; ridotta mobilità od Astenospermia; alterazioni della forma o Teratospermia.
Oltre agli esami ematologici di routine si aggiungono gli esami ormonali, indirizzati alla valutazione degli ormoni che stimolano la produzione e talvolta gli esami genetici. L’Ecocolordoppler scrotale e l’ecografia prostatica transrettale sono esami fondamentali con i quali si valutano la morfologia dei testicoli e della prostata, l’eventuale presenza di masse, noduli e infiammazioni.
Ma soprattutto ci consentono di fare una diagnosi accurata di varicocele o di prostatite. Nei casi in cui sia riscontrata la totale assenza di spermi nell’eiaculato o una severa riduzione è utile e talvolta fondamentale eseguire una Biopsia del testicolo, che potrà non solo dimostrarci la eventuale presenza di spermatozoi nel testicolo stesso, ma darci la possibilità di prelevarne per utilizzarli in varie procedure di fecondazione assistita. Inoltre la presenza di spermi maturi nel testicolo può indirizzare all’esecuzione di una Vescicolodeferentografia nell’intento di dimostrare una causa ostruttiva a carico della via di trasporto degli spermi.
Parlando di terapia, l’obiettivo del trattamento è quello di migliorare la qualità del seme del paziente. Il trattamento della causa dell’infertilità maschile può determinare un aumento di probabilità di concepimento naturale. Laddove ciò non avvenga o non sia possibile serve comunque a migliorare la probabilità di successo delle tecniche di fecondazione assistita o consentire di utilizzare tecniche meno complesse come ad esempio l’inseminazione uterina. Si stima che 1/3 degli uomini infertili, una volta sottoposto alle adeguate cure, riesce ad avere una paternità naturale.
Per gli altri aumentano le possibilità di successo della fecondazione assistita. In base alla gravità delle alterazioni, l’andrologo può avvalersi di differenti trattamenti, dai più semplici ai più complessi.
La terapia farmacologica è finalizzata a correggere quelle alterazioni che hanno determinato l’infertilità non esistendo una terapia univoca che aumenti la concentrazione degli spermatozoi e ne corregga le anomalie di forma.
Ad esempio determinati ormoni vengono utilizzati con successo per combattere l’ipogonadismo ipogonadotropo o dopo l’intervento di varicocele. Antibiotici ed antinfiammatori si usano nella terapia delle infiammazioni del testicolo e della prostata e gli antiossidanti (es. il coenzima Q10) che si utilizzano per migliorare la qualità dello spermatozoo.
Nel caso in cui l’infertilità sia legata a patologie non suscettibili di approccio medico interviene la chirurgia; questa è finalizzata alla risoluzione delle patologie come il varicocele, l’ostruzione delle vie genitali, cisti o malformazioni dell’utricolo prostatico.
Se nonostante tali approcci le caratteristiche dello sperma non migliorano a tal punto da determinare il concepimento, oggigiorno possono essere intraprese le tecniche di recupero degli spermatozoi che mirano alla risoluzione della forma patologica definita come Azoospermia.
Tale forma a sua volta si può suddividere in Azoospermia secretiva (caratterizzata da azoospermia, atrofia testicolare ed elevati livelli di FSH) e Azoospermia ostruttiva (azoospermia, livelli FSH normali e normale trofismo del testicolo). La forma congenita principale di azoospermia ostruttiva è l’assenza bilaterale dei dotti deferenti CBAVD. Le tecniche più comuni di recupero degli spermatozoi dall’epididimo e dal testicolo sono: MESA (Microsurgical Epididymal Sperm Aspiration), PESA (Percutaneous Epididymal Sperm Aspiration), TESE (Testicular Sperm Extraction), TESA (Percutaneous Testicular Sperm Aspiration).